IL Termine resilienza non è tra i più utilizzati, ma la funzione che esso indica ci è piuttosto famigliare. Infatti possono essere resilienti i microorganismi e le forme di vita vegetali, animali,ma anche le risorse dell’uomo quando pur sottoposte a situazioni critiche o disageevoli non solo resistono, ma trovano spunto per nuovi adattamenti e risposte evolutive. Si parla di resilienza anche in ingegneria ed informatica per identificare la capacità dei materiali di resistere agli urti o di un sistema di resistere all’usura. Il mondo naturale però con la multiformita’ delle sue specie ci sorprenderà sempre anche sotto questo aspetto. Il platano per esempio ha sviluppato qualità tali da poter essere utile assorbendo l’inquinamento cittadino e l’instancabile edera assorbe anche il benzene. L’arabetta una pianta erbacea dai piccoli fiori delicati ha raggiunto di recente una certa notorietà. Si è scoperto infatti che è in grado d’immagazzinare i metalli pesanti. Cresce spontaneamente in Val di Riso a Gorno vicino a Bergamo, una ex zona mineraria ,dove è stata oggetto di studio dei botanici. I cipressi mediterranei resistono agli incendi così tanto che scienziati spagnoli e italiani hanno suggerito di formare con essi macchie”cuscinetto”, al fine di arrestare il propagarsi degli incendi boschivi.

 

Riguardo agli animali è ben noto come sappiano trasformarsi nell’aspetto ma anche in determinate funzioni e persino nei comportamenti sociali per poter vincere le sfide della sopravvivenza.Per esempio se un elefantino rimane orfano della madre, sarà tutto il branco ad assumersi il compito delle cure parentali. Le”matriarche”in particolare lo accudiranno con grande pazienza. Inoltre come valide guide costudiranno la memoria dei sentieri più sicuri,  perché tutti gli appartenenti al clan possano giungere insieme ad approvigionarsi  di cibo e acqua.

Fu molto resiliente anche una gatta scheletrica e randagia che anni fa scelse lo zerbino di fronte alla porta di casa mia per partorire ben cinque gattini. Sopporto’infatti stoicamente le attenzioni non richieste del cagnolino di casa. Toby si trasformò all’improvviso in un”cat’s sitter molto intransigente che per un po’ non fece avvicinare nessuno ai cuccioli, a parte la madre naturalmente. Quando si parla di famiglie allargate….

Non possiamo però non citare fra i numerosi esempi di resilienza umana (anzi neo-umanista )Julia Butterfly Hill. La vicenda di questa ragazza americana è molto nota,ma la storia della “ragazza sull’albero” ha ancora molto da insegnarci. Dopo aver subito un grave incidente automobilistico a 21 anni rischia la paralisi. Nei due anni successivi di dolorosissima riabilitazione sceglie la sua missione nella vita. Quando salirà su Luna, la sequoia di 60 metri che imparerà a scalare, ha già un obbiettivo preciso. Questo albero millenario e la foresta  a cui appartiene rischiano l’annientamento a causa dell’avidità di un’industria del legno. Simbolicamente Julia si appropria di Luna e convive con essa per 738 giorni consecutivi senza tornare a terra.Identificandosi con la forza naturale e spirituale che sostenta Luna, Butterfly (farfalla) come si è soprannominat da se, vince la sua sfida. Affronterà condizioni climatiche estremamente avverse,disagi e malattie ,l’abbandono del compagno e degli amici che con lei avevano cominciato l’impresa, ma riuscirà a bloccare la deforestazione. La svolta impressa dal suo impegno all’ approccio ecologista in America e nel mondo ha lasciato un segno ineludibile. Ancora oggi Julia si batte raccontando la sua storia, parlando nelle scuole e ai media come la persona normale che lei stessa ritiene di essere…felicemente resiliente.

 

 

Strutture vegetali spontanee del parco Serio presso Pianengo ( Cremona )

 

 

 

 

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RESILIENZA ※ I metodi d’apprendimento della natura ※