Noi non possiamo trascurare neanche una singola creatura, né possiamo ignorare una qualsiasi specifica parte di questo mondo. Perciò è auspicabile perseguire il più possibile una politica di decentralizzazione nell’organizzazione industriale. L’incremento dell’industria in una parte del mondo non comporta lo sradicamento della povertà e della disoccupazione  in qualsiasi altra sua parte. Una per una, sarà desiderabile formare unità autosufficienti per produrre le necessità essenziali per la vita, per lo meno in campo agricolo ed industriale.

( Problem of the Day, 9 )

 

Nella struttura capitalistica, la meccanizzazione significa più miseria e disoccupazione per la gente comune. Raddoppiando la resa del prodotto utilizzando una macchina si ridurrà il numero dei lavoratori della metà.Nel sistema capitalistico la conseguenza di ciò è il licenziamento dei lavoratori senza pietà. I lavoratori disoccupati sono alla rovina che li riduce un po’ per volta alla !povertà e alla fame. Alcuni fra di loro cercano di mantenersi in vita rubando. accettando la corruzione e indulgendo in altre attività antisociali. Questa situazione non è certamente desiderabile. In un sistema economico collettivo non si verificherebbero tali condizioni. La meccanizzazione equivarrebbe a meno fatica e più conforts. Il raddoppio della produzione causata dalle macchine ridurrebbe le ore lavorative della metà.

( Problem of the Day , 11 )

 

 

Nel sistema economico collettivo, dove l’industria basa se stessa su principi di utilizzazione e non di profitto, il problema della disoccupazione non sorgerà. Il numero degli occupati non sarà ridotto ai minimi termini.Saranno invece le ore lavorative a venire ridotte e le ore restanti potranno essere dedicate a scoppi intellettuali e spirituali. La riduzione delle ore di lavoro dipenderà non solo dal rendimento, ma dalla domanda di beni di consumo e dalla reperibilità di risorse lavorative.

( A Discussion, 12 )

Entrambi le industrie su grande e piccola scala devono affiancarsi le une alle altre.Le industrie chiave devono essere organizzate dal governo locale, poiché non è possibile che lavorino efficientemente su base cooperativa a causa della complessità e delle dimensioni imponenti. Le  industrie di piccola scala devono essere condotte su base cooperativa e le piccole industrie che non possono essere organizzate come cooperative devono essere affidate a imprese private.Il governo centrale non deve controllare l’industria su vasta scala perché questo può danneggiare gli interessi delle popolazioni locali. Dove ci sia un governo federale, tali industrie devono essere controllate dal governo locale o dove ci sia un governo unitario deveono essere organizzate da organismi locali.

( A Discussion, 10-11 )

 

Nell’epoca attuale, ci sono così tanti elementi ostili alla moralità.La civilizzazione urbana fa si che più persone vivano in aree ristrette.Questo costituisce un nemico della moralità individuale.È essenziale per lo sviluppo morale di un individuo vivere una vita in solitudine per qualche tempo. La città serve da asilo ad elementi antisociali, ma generalmente questo non accade nei villaggi. Nei villaggi tutti conoscono tutti e la fonte degli altrui mezzi di sussistenza è altrettanto risaputa.In città anche dopo vent’anni, una persona può arrivare a non sapere chi sia il suo vicino, che potrebbe essere un farabutto. Conviene prendere le distanze dalla barbarie della vita cittadina. Questo non avverrà semplicemente usando slogans del tipo, ” torniamo alla vita in campagna !” Si devono creare opportunità lavorative nelle zone rurali per gli esponenti dell’intellighentsia.C’è una necessità estrema di connessione alla rete elettrica ed espansione di industrie rurali nei piccoli centri  al momento. Per industrie rurali non intendo che queste siano vecchie e obsolete,ma centri industriali razionali e  ben meccanizzati. Infatti la decentralizzazione è una necessità economica.

( Abbinata, The Opinion, 142 )

 

DECENTRALIZZAZIONE INDUSTRIALE E AGRICOLA – P.R. SARKAR –