Intervista con Tarinii Ferrari musicoterapista
Che cos’è la musicoterapia e qual’e’ il ruolo del musicoterapista ?
La musicoterapia è un mezzo con il quale la persona esprime la sua interiorità , le proprie emozioni, il suo essere più profondo , la sua creatività in un luogo protetto . Questo processo avviene grazie all’utilizzo del suono che non deve avere necessariamente una valenza estetica .Il ruolo del musicoterapista è semplicemente quello di accogliere e accompagnare la persona nel suo percorso di ricerca , cercando di rimanere con uno sguardo di” non giudizio ” e assumendo il ruolo di “contenitore” emotivo rispetto ai partecipanti della seduta .
In quali ambiti educativi secondo te è più efficace ?
Dal mio punto di vista , l’ intervento più efficace avviene coi bambini dai due ai cinque anni , perché con i bambini molto piccoli l’apprendimento non è condizionato da difese mentali .
Quali sono le esperienze che ti hanno formato di più come terapista ?
Sicuramente lavorare con persone che hanno “disturbi mentali”; entrare in empatia con loro non è sempre facile data la complessità della mente umana. In questi casi occorre spostare le comunicazioni su un piano emotivo e intuitivo , essere prima di tutto costantemente in ascolto di se stessi .
In particolare ho lavorato con un ragazzo che aveva più o meno la mia età con disturbi psichiatrici. Questa esperienza è stata particolarmente impegnativa trattandosi di un adulto con la mente di un bambino . Nel suo caso non dovevo farmi condizionare troppo dal mio istinto di cura e protezione nei suoi confronti . Ho imparato a non farmi coinvolgere , ho lasciato che il suo processo evolutivo di crescita avvenisse liberamente usando il suono.
La gioia che si dona e si riceve tramite queste esperienze la consiglieresti a tutti gli educatori ?
Certamente . Lavorare utilizzando la musica ,il suono , o qualsiasi altra forma espressiva in
contatto con la propria e altrui sensibilità è davvero un grande dono ,sia per chi sceglie di accompagnare gli altri. sia per chi vuole essere “guidato”. Agli educatori “consiglierei” di mettere in campo se stessi e di condividere le proprie qualità e competenze. Contagiare felicità e creatività innesca un circolo virtuoso…..così come una goccia di gioia che si può espandere nel mare.